La donna e la mafia

Raccontato dall'intervista alla fotografa Letizia Battaglia

"Mi ricordo ancora il primo omicidio. Non puoi pensare che quell'uomo non si rialzerà più... tutto insanguinato." 

Palermo - 1976 Morto tra i rifiuti
Palermo - 1976 Morto tra i rifiuti

"Era insopportabile il dolore, dolore enorme di una madre alla quale ammazzano il figlio."  

Quando, in una famiglia mafiosa, viene ucciso un componente della famiglia, la madre ha il compito di crescere i propri figli secondo le regole della mafia e soprattutto con la sete di vendetta.

Nella mafia quando il sangue scorre le donne non sono mai lontane: quando piangono il padre, quando si prostrano davanti al cadavere del marito, quando urlano il loro dolore davanti a quello dei figli, appaiono come prime vittime della mafia.  Ma con le bare appena chiuse sono loro stesse che ordinano una vendetta di sangue. 

Per anni Letizia Battaglia ha fotografato queste donne della mafia vittime quel giorno, criminali il successivo. 


Isola delle femmine - 1981 - Veglia del figlio morto al village bungalow
Isola delle femmine - 1981 - Veglia del figlio morto al village bungalow

"C'era un'automobile.

Per terra c'era un uomo, morto, col sangue. 

Intorno ci sono delle sedie, dove vi sono sedute delle donne che piangono con le mani in aria.

La madre che guardava suo figlio, sua carne, il suo bambino, morto lì per terra.

C'è la sensazione di partecipare a un dramma di Shakespeare, una messinscena teatrale che è naturale. 


Capaci - 1980 - Donna crede che il figlio sia stato ucciso
Capaci - 1980 - Donna crede che il figlio sia stato ucciso

Ma è come se questa tragedia non fosse veramente profonda, come se se l'aspettassero. Quando piangono, quando urlano, c'è una rassegnazione profonda perché loro conoscono i valori della mafia."


La mafia, o Cosa nostra, è considerata l'aristocrazia della criminalità organizzata. È composta da famiglie, se ne contano più di 100 in Sicilia. Cosa nostra è ovunque. Si insidia nella vita privata dei suoi membri e stabilisce la legge nelle sue case.

Cosa nostra non è solo un'organizzazione criminale, è in primo luogo un sistema che organizza la vita dei mafiosi dalla nascita alla morte e la donna vi ha un ruolo centrale. Il compito di una madre mafiosa è di far capire ai figli che prima di tutto  viene l'organizzazione mafiosa, e che al di fuori di essa non c'è nulla. Al suo interno c'è riconoscimento, c'è potere, c'è ricchezza, c'è status e quindi il massimo per il proprio figlio è entrare nell'organizzazione criminale.

 

Corleone. Un nome conosciuto in tutto il mondo e che suona come una maledizione, quella della mafia.

Corleone è solo un piccolo paese della Sicilia, che oggi cerca di dimenticare il suo passato. Questo paese è ormai e per sempre associato al più brutale, più sanguinario, più terrificante padrino che la mafia abbia mai avuto: Totò Riina. Un uomo feroce che ha scatenato agli inizi degli anni 80 una guerra sanguinosa che ha decimato cosa nostra. Un periodo di grande violenza in cui il giornale locale pubblicava il numero dei morti giorno per giorno, una vera e propria guerra di mafia dove i corleonesi affermavano il proprio potere sulla città di Palermo. Totò riina, il corleonese, ha scatenato una guerra contro i padrini di palermo per prendere il potere all'interno della cupola, lo stato maggiore di Cosa nostra.

Con Totò Riina niente mezze misure: o ci si prostra o si finisce morti ammazzati.

Nel giro di due anni la polizia raccoglie più di 800 cadaveri nelle strade di Palermo, almeno quelli che sono stati trovati, perché altri 900 uomini d'onore, come i mafiosi si chiamano tra loro, sono svaniti.

Palermo - 1979 - Il giudice Cesare Terranova
Palermo - 1979 - Il giudice Cesare Terranova

I corleonesi, oltre a attaccarono non solo Palermo, ma anche lo Stato italiano.  

Hanno ucciso giornalisti, prefetti, giudici, generali dei carabinieri, poliziotti, politici, capi dell'opposizione e capi dei partiti del governo, magistrati, imprenditori.

 

Motivo per il quale fu mandato l'esercito italiano tra le strade siciliane e furono arrestati tutti i principali esponenti mafiosi, lasciando però all'interno dei paesi, delle cittadine e delle "fogne di mafia" le donne, che segneranno a loro volta la storia di Costa nostra.

Per non perdere i clan mafiosi, infatti, sono le donne che prendono il potere e le redini di tutta l'organizzazione.

Le cosidette "boss in gonnella".


Letizia Battaglia
Letizia Battaglia

"Sono grandi tragedie. Nelle nostre famiglie non avviene tutto questo. Ma lì, in quel buco di paese, dove le cose sono così complesse, complicate, dove comanda la mafia, dove non c'è una vera presenza dello Stato, la gente cresce così: maledetta."

Letizia Battaglia


Fonti: Documentario Sky "Mafia Nostra" 2017