Dicono di lei...

Da quella dell’amica e amata Vita Sackville West, a Clive Bell, Angelica Garnett fino a letterati del calibro di Thomas Stearns Eliot, Edward Morgan Forster e Cristopher Isherwood o alla cuoca Louie Mayer, tutte le testimonianze raccolte dalla Rampello avvicinano la scrittrice al lettore mostrandone, oltre alle indubbie capacità scrittorie e compositive, e all’innato dono di “raccogliere la vita”, il lato più umano e quotidiano. 

 

Eliot: « con la sua morte è venuto meno un intero schema culturale » ed è difficile che le generazioni future comprendano a fondo l’effettiva posizione e l’importanza del ruolo che ha rivestito. 

Non sempre nell’ accostarsi agli scrittori si ha la possibilità di entrare in contatto con il loro mondo privato, i loro atteggiamenti giornalieri, le loro abitudini. Spesso quello che si sa del loro profilo biografico viene semplicemente analizzato in funzione della loro produzione o viceversa, in una sorta di legame vita-opera che alla lunga può svilupparsi come un circolo vizioso che le appiattisce l’una sull’ altra. 

Il lettore troverà nel volume molti particolari gustosi, ricordi commossi e appassionati, velati di tristezza o percorsi di strenua militanza. Un approccio così “intimo”, come quello che questo libro propone, permette di valutare diversamente vita e opera, soprattutto nel caso di una scrittrice sulla quale sono state scritte montagne di studi, analisi, critiche. Ma penso si tratti di uno dei testi migliori che si possano leggere nel caso si fosse interessati a lei e alle sue opere, perché fornisce notizie che altrimenti si ignorerebbero del tutto e stimola ad “ ascoltare ” con diversa intenzione. Virginia Woolf, con la sua immensa mole di lavoro e la sua passione per la vita resta un “ monumento della letteratura novecentesca ”, oltre che la prima scrittrice a rivendicare la libertà di essere una donna e una scrittrice, dopo secoli di dominio patriarcale che avevano rovesciato questo binomio in un disvalore. 

 

Cos’altro dire di lei?

I critici la includeranno tra le quattro grandi scrittrici inglesi. Gli amici ne ricorderanno la bellezza, l’unicità, il fascino.

Sono molto orgoglioso di averla conosciuta. È stata la principessa incantata o la ragazzina cattiva al tè ‒ o entrambe, o nessuna? Non saprei. In ogni caso era, come dicono gli spagnoli, “molto rara” e questo mondo non era il luogo per lei. Sono felice di pensare che ne è libera, prima che tutto ciò che amava fosse definitivamente distrutto. Se dovessi pensare a un epitaffio per lei, preso dai suoi scritti stessi, sceglierei questo: 

« era fatto, finito. Sì, pensò, mettendo giù il pennello spossata ho avuto la mia visione ». (Cristopher Isherwood)