Giovanna D'Arco

Giovanna d'Arco all'incoronazione del re Carlo VII nella cattedrale di Reims
Giovanna d'Arco all'incoronazione del re Carlo VII nella cattedrale di Reims

Il 30 maggio del 1431 Giovanna d'arco, condannata come eretica relapsa (strega recidiva), fu bruciata viva nella piazza principale della cittadina francese di Rouen. Era una giovane donna di circa diciott'anni, che, nel breve volgere di un anno, aveva saputo cambiare le sorti del proprio Paese: la Francia. Giovanna nacque nel 1412, da una famiglia di contadini di Domremy, villaggio che, durante la Guerra dei Cent'anni, era schierato dalla parte del delfino (erede al trono) francese, il futuro Carlo VII, contro gli usurpatori inglesi. A tredici anni, quando, com'era prassi del tempo, avrebbe dovuto sposarsi, l'esistenza di Giovanna prese una strada differente.  


Voci di santi e arcangeli, che iniziò a udire in questo periodo, la spinsero a impegnarsi per liberare la Francia dagli inglesi e insediare Carlo sul trono francese. Il mito di questa fanciulla, che aveva avuto un incarico celeste, dilagò presto in tutto il Paese. Giovanna, indicata da allora come la “pucelle” ( la pulzella ), fu ricevuta, dopo diversi tentativi fallimentari, da Carlo nel castello di Chinon nel marzo del 1429. Incredibilmente il delfino decise di assegnare alla ragazza, una contadina che fino a quel momento non aveva mai usato le armi, il comando di un esercito. Giovanna marciò immediatamente verso la città di Orlèans, che da molti mesi si trovava sotto assedio inglese, e la liberò. Gli eventi si svolsero in seguito in modo rapido; il 12 giugno riguadagnò la roccaforte di Jargeau; il 18 giugno vinse a Patay; il 17 luglio 1429 fu artefice dell'incoronazione di Carlo VII nella cattedrale di Reims. Poi Giovanna ricevette una dura sconfitta presso le mura di Parigi e perse l'appoggio del sovrano francese. Catturata il 23 maggio 1430 a Compiègne dalla fazione contraria a Carlo VII, fu consegnata agli inglesi che la fecero processare come strega e la condannarono al rogo nel 1431.

Un eroe al femminile

Giovanna fu dotata, oltre che di un'incredibile forza morale, di una costituzione fisica simile a quella di un uomo. Capace di maneggiare con padronanza la spada e di trascorrere diverso tempo a cavallo, sopravvisse a diverse ferite mortali. Il 7 maggio del 1429 a Orléans, ad esempio, fu colpita gravemente a una spalla da una freccia. Il giorno dopo, in sella al suo cavallo, sbaragliava gli inglesi e riconquistava la città.

Giovanna sul banco degli imputati...

Catturata a tradimento il 23 maggio 1430 mentre combatteva a Compiègne, Giovanna abbandonò per sempre i campi di battaglia. La lotta, quella per la vita e l'onore, però non era finita, ma cominciava proprio ora. Durante il processo, svoltosi in tempi relativamente rapidi fra il 9 gennaio e gli ultimi giorni di maggio del 1431, dovette difendersi su due fronti: nelle aule, dove era continuamente vessata con domande insistenti e contorte, preparate con l'apposito intento di farla contraddire; nel buio della sua cella, dove ogni sua energia era spesa per contrastare la violenza verbale e fisica dei soldati inglesi posti a sua guardia (subì abche un tentativo di avvelenamento). Nonostante la sua tenacia, la condanna, pronunciata con ogni probabilità ancora prima che il dibattimento avesse inizio, giunse spietata e inappellabile. Il 30 maggio Giovanna venne condotta al patibolo e bruciata come strega.

... e fra le schiere celesti

Nel mese di maggio del 1452, a pochi decenni dalla morte al rogo, furono avviate una serie di indagini sulla figura di Giovanna. I familiari e le persone che l'avevano conosciuta o avevano combattuto al suo fianco furono nuovamente interrogati. Le testimonianze dei rappresentanti ecclesiastici furono attentamente raccolte e vagliate. Gli atti redatti durante il primo processo riletti e giudicati alla luce delle nuove informazioni. Nel 1455 il nome della ragazza di Domremy, ancora vivo nella memoria dei francesi, tornò nelle aule del tribunale, per uscirne l'anno seguente pulito delle infamanti accuse di stregoneria. Da questo momento Giovanna cominciò a essere venerata non solo come eroina dal popolo francese, ma come santa. Il riconoscimento ufficiale della sua santità si ebbe però soltanto il 16 maggio del 1920, per volere di papa Benedetto XV.

Voci soprannaturali

L'infanzia di Giovanna fu identica a quella delle altre bambine di Domremy. Ai primi giochi all'aria aperta si sostituirono presto le faccende di casa, con cui ogni giovane figlia di contadini aiutava la famiglia: cucina, cucito e, con ogni probabilità, la cura degli animali domestici. A tredici anni ( età che segnava il passaggio nel mondo degli adulti ) qualcosa però mutò in maniera radicale la sua esistenza. Erano le dodici in punto di una calda giornata estiva del 1425 quando, passeggiando di fronte a casa, percepì con chiarezza l'invito a liberare la Francia dagli inglesi. Giovanna stessa, ricordando gli avvenimenti di quel giorno in occasione del processo, affermò che si trattava di voci celesti: l'arcangelo Michele, santa Caterina e santa Margherita.

Barbablù al seguito della santa

La presenza di Giovanna fra i soldati fu all'inizio mal tollerata, se non apertamente osteggiata. Nel Medioevo non era infatti un avvenimento comune che una donna guerreggiasse alla pari di un uomo o che addirittura, come nel suo caso, comandasse un esercito. Presto però ai malumori si sostituirono fedeltà e ammirazione per una giovane senza paura che riusciva a sopportare le asprezze della vita militare, sapeva infondere coraggio ai compagni e combatteva con sprezzo del pericolo. Fra i rudi uomini d'armi guadagnati alla causa di Giovanna ci fu anche Gilles de Rais, che successivamente la tradizione fiabesca avrebbe trasformato nel terribile Barbablù: il crudele personaggio che divora fanciulle e bambini. Accusato per debiti, atti di stregoneria e infanticidio fu processato e condannato a morte nel 1440. Sotto la guida di Giovanna, però, il nobile Gilles era riuscito a indirizzare la propria forza verso scopi più elevati: liberazione della Francia e consacrazione di un re francese.

La Giovanna degli scrittori...

Prima in ordine di tempo a dedicare un intero poema alla Pucelle d'Orléans (Ragazza di Orléans), fu, nel 1429, la poetessa Christine de Pizan. Nella tragedia di William Shakespeare "Enrico VI"  Giovanna diviene l'incarnazione delle diaboliche forze intervenute a soccorso della Francia contro l'Inghilterra. La figura della vergine guerriera viene completamente riabilitata nel dramma Jungfrau von Orléans (la punzella di Orléans) di Friedrich Schiller e nel testo, misto a tragedia e commedia, Saint Joan (Santa Giovanna) di Bernard Shaw.

... e quella dei registi

Il primo film su Giovanna d'Arco, il Jeanne d'Arc di Georges Matot, risale al lontano 1898, quando il cinema, rigorosamente muto, aveva da poco fatto il suo esordio fra le arti visive. Magistrale interprete dell'eroina francese fu l'attrice svedese Ingrid Bergman che la impersonò in ben due pellicole: quella di Victor Fleming e quella di Roberto Rossellini. Un'enigmatica quanto inquietante lettura di Giovanna d'Arco è stata recentemente offerta dal regista Luc Besson in un film che applica alla biografia gli effetti speciali dei film d'azione.

Fonti: Enciclopedia Rizzoli - Gli illustrati del Corriere della Sera