Lea Pericoli

 

(22 marzo 1935)


Il volto più bello e vincente del tennis femminile italiano sui campi di tutto il mondo.

Lea Pericoli. Nata a Milano il 22 marzo 1935 è stata campionessa d’Italia dal 1958 al 1975, con 264 presenze in nazionale e 30 Federation Cup. 

Il suo nome e la sua immagine rimangono ancora oggi uno dei simboli più riconoscibili dello sport femminile. 

Sui campi nazionali Lea Pericoli ha dominato come nessun altro tennista conquistando 27 titoli assoluti. Soltanto Nicola Pietrangeli, pur essendo più forte a livello internazionale, si è avvicinato al suo record di campionessa italiana con 24 titoli. Ma ha brillato anche in campo internazionale, soprattutto nei tornei del Grand Slam, sull’erba di Wimbledon.

È rimasta soprattutto famosa per le azzardate tenute di gioco e i pizzi che spuntavano dal gonnellino.


• «Mio padre stato il primo civile a entrare ad Addis Abeba. Aprì una ditta di importazioni e diventammo ricchi ma scoppiò la guerra, arrivarono gli inglesi e lo fecero prigioniero. Doveva finire in India ma ai tempi delle stragi di Graziani papà aveva salvato tante persone, tra cui il cameriere personale dell’Imperatore. Il Negus lo graziò e lui fece di nuovo fortuna, per poi perdere di nuovo tutto. Più volte».

• «Ha solo un paio d’anni quando si ritrova ad Addis Abeba, poi a Nairobi, all’Asmara e, più avanti, in Svizzera per terminare gli studi. Anche il primo grande amore non tarda a mostrarsi: “Cominciò dopo la guerra – ha raccontato lei – tornavamo indietro dall’Asmara, dove eravamo sfollati e mio padre ci portò ad Addis Abeba. Nel giardino della grande villa in cui andammo vidi per la prima volta un campo da tennis. Avevo nove anni. Il tennis mi folgorò subito. È un gioco bellissimo in cui si uniscono la forza, la tecnica, l’intelligenza e il coraggio”. E la storia di Lea Pericoli si mischia e si confonde con quella del tennis.

Lei che era la grazia in persona sarà presto ambasciatrice di uno sport destinato a diventare sempre più popolare. 


1955:

Vince il primo titolo italiano nel doppio femminile e nel misto.



1957:

Conquista la Coppa Duncan a Montecarlo.



1958:

Conquista il titolo nazionale nel singolo.



Ne seguiranno molti altri e il bilancio sarà di dieci titoli nel singolo, undici nel doppio e sei nel doppio misto. Tiri, smorzate, pallonetti. La classe, la caparbietà, la resistenza. Un sorriso che conquista subito e lo sguardo attento e curioso.

Con Lea Pericoli cambia anche il modo di scendere in campo: le gonnelline corte, i top aderenti e scollati, un tocco di frivolezza, i merletti più maliziosi. Alcuni di quegli abiti sono oggi esposti al Victoria and Albert Museum di Londra.

 


1971:

Nel 1971 s’ammalò di cancro: fatto all’epoca inconsueto, decise di rendere nota la sua malattia e, spinta da Umberto Veronesi, di far campagna per la prevenzione.



1972:

Viene eletta Lady Milano. 



1973:

Guarita, vinse nuovamente il titolo italiano.



Poi la carriera che si avvia al tramonto e un’altra, quella di giornalista, che parte immediatamente.

La chiama Indro Montanelli al Giornale, poi la Tv Svizzera, Telemontecarlo, la Rai. Lea Pericoli non si ferma mai.

Vincerà anche una delle battaglie più difficili della vita sconfiggendo il male più terribile. 

E non perderà occasione per stare al fianco delle donne costrette a entrare nello stesso tunnel.

“Il mio amore per il tennis non ha confini – ha confessato – è stata una vera, smisurata, emozionante passione”» (Franco Tettamanti).

«Potrei essere una donna infelice, ho avuto tante storie e ora vivo sola. Però ho tanti amici e la mia esistenza è stata ricca perché ne ho apprezzato ogni minuto. E poi gioco a golf. Rincorro sempre una pallina. Nell’altra vita dovevo essere un cane».

«Nel 2013 ho avuto un altro intervento e non l’ho detto quasi a nessuno. Ora c’è un bel legame con Marco Alloisio dell’Humanitas, che mi ha operata e con lui ci impegniamo per i bambini».

Oggi veste Missoni.