Yayoi Kusama

 

 (22 marzo 1929)


Yayoi Kusama nasce a Matsumoto, in Giappone nel 1929 da una famiglia tradizionalista, appena può fugge nelle piantagioni del nonno materno dove, tra nuvole di malvarosa, si abbandona alle più stravaganti visioni che poi fissa su tela.

La pittura è l’unico sollievo e Yayoi è decisa a coltivarla fino in fondo, a costo di porre un intero oceano tra sé e chi cerca di impedirglielo. Sbarcata ventottenne a New York, l’inferno in terra, ancora una volta è l’arte a salvarla: supera la povertà e i ripetuti collassi nervosi esorcizzando le proprie fobie con i celebri Infinity Nets e le soft sculptures. 


Dall’arte “psicosomatica” alle folli performance con orge e partouzes il passo e breve: sul finire degli anni sessanta Yayoi cavalca lo tsunami hippie e i Kusama Happenings diventano gli eventi clou della rivoluzione pacifista. «Preferisci la guerra o il sesso libero?» chiede a un agente la sacerdotessa dei pois. I suoi proseliti la chiamano sister, “monaca”, perché - al contrario di quanto pensano i suoi scandalizzati compatrioti - lei dirige le danze, ma non partecipa. Il sesso, infatti, le fa letteralmente orrore. Ben più della morte, che in fondo, come diceva il suo amico Joseph Cornell, «è come spostarsi nella stanza accanto».

Dal 1977 vive ricoverata in un ospedale psichiatrico di Tokyo, però tutti i giorni ha un'ora per lavorare nel suo studio.

Yayoi Kusama è una conosciuta artista giapponese che ha convertito il mondo nella psicodelia, una ripetizione di schemi, modelli e disegni ( nel suo caso soprattutto pois). Da bambina le diagnosticarono una grave sindrome di depersonalizzazione che le ha cambiato la vita in una rete di figure interminabili. Se smette di dipingere e creare sente inevitabilmente impulsi suicidi.

Uno stato di ossessione infinita convertita in arte.

"Il corridoio degli specchi in un campo infinito di falli" è una delle attrazioni principali nella personale dell'eccentrica artista giapponese Yayoi Kusama attualmente a Città del Messico.

L'artista ultra-ottantenne, precursore della pop art, del minimalismo e dell'arte femminista, vive da decenni per sua scelta in una clinica psichiatrica.

Nel 2012 la maison Louis Vuitton la chiamò per realizzare un'intera linea di accessori basata sui suoi "punti" ossessivi. 

"Quando ero davanti alla tela a dipingere tutti quei puntini finivo per riempire anche il tavolo e il pavimento, persino il mio corpo.

Ripetevo quasi sempre gli stessi movimenti, la rete si allargava all'infinito.

Mi dimenticavo di me stessa e mi lasciavo catturare da quella specie di ragnatela.

Le braccia, le gambe, i vestiti che indossavo e tutto ciò che si trovava nella stanza era ricoperto dalla rete."


Opere

Dots Obsession

Accreations IV

1967

Waves

1953

Sunlight

1998


Butterfly

1998

Dandelions

1985

Petals

1988


Yellow Pumpkin

1992

Dots

2004

Sea

2005


Flowers

1983

Dots infinity nowh

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No. c.a.9

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Dress

1982

No. f

1959

Shoes

1985


Waves on the hudson river

1988

Ready to blossom in the morning

1989

Beyond the end of the century

1987


Watching the sea

1989

Infinity net

1998

Still life of candlestick

1978


Mushrooms

1995

Fields in spring

1988

Infinity nets yellow

1960


No. iz

1960

Traveling water

1980

Repetitive vision

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Infinity Mirror Room

1965

Ascension of Polka Dots

2006

Narcissus Garden

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